giovedì 25 settembre 2014

Mosca Club Piacenza Adventures - IL PIAVE MORMORAVA... ...E UN PO' HA MORMORATO!

Tutto ha inizio in un triste e lungo martedì mattina di fine luglio: il telefono squilla e, come al solito, è il mio compagno di avventure Diego:
-“Ciao padella”! Giovedì e venerdì non lavoro: andiamo in Piave da Piller?”.-
Sono spiazzato, ma con Diego è normale. La curiosità di vedere un posto nuovo mi fa rompere gli  indugi: mi accordo col mio collega di lavoro per le ferie senza chiudere la telefonata e dico a “frittella” Diego che si può fare. 
E' mercoledì, il giorno della partenza. Finito il lavoro, passo a prendere Diego: direzione Tai di Cadore.
IL viaggio è tranquillo, trascorso come sempre a parlare di tattiche e dressing nuovi. Giunti alla meta, cerchiamo e troviamo un posto dove mangiare qualcosa e dopo aver degustato una serie notevole di digestivi locali, ci dirigiamo verso Villa Marinotti dove ci sta aspettando Angelo Piller per darci il benvenuto e spiegarci un po’ di cose. Dopo due chiacchiere veloci, ci scambiamo la buona notte e andiamo a nanna.
La mattina successiva, la sveglia suona alle 7:05. La colazione è alle 7:30 in un bellissimo salone dotato di una splendida vetrata a tutta parete; una TV che trasmette video di pesca ed un buffet pieno di ottime leccornie: alcune di queste, sono state fatte da Nadia, la moglie di Angelo, che molto gentilmente ci spiega cosa offre il buffet. Sopraggiunge Angelo che ci consiglia il Piave a Perarolo, anzi, più precisamente, il tratto C&R. Fagocitata la colazione pantagruelica, ci avviamo al bar dove fanno i permessi emettendo bollicine dal naso e dalle orecchie. Approfittiamo per controllare sia il Boite, che il Piave: il Boite è un po’ sporco, ma il Piave è in ottima forma. Acquistiamo i permessi ed iniziamo a pescare a monte della confluenza del Boite.
Il tratto presenta lame di buona profondità alternate a correnti invitanti e rapide. Considerata la buona portata d’acqua, l’ora e i livelli, opto per la 11 piedi per la 3#. Diego invece brandisce la sua 10' per la 3/4#. Come montatura un filo di 10 m. dello 0.35 mm. bianco; un pezzo di 35 cm. di bicolor come stryke indicator; un tip di 1.80 m. e, come sempre, una “pettirosso” come prima scelta.





Qua si può usare solo una ninfa, ma non è un problema, perché si entra in pesca benissimo con una bead da 3 mm. Non prendiamo nulla fino a quando arriviamo sulla prima lama: la profondità è di circa 1.50 m. quindi rifaccio il tip allungandolo fino a 2 m. 2.20 m. e cambio la mia “pettirosso” con una “peckok nimph” che un amico (Francesco Niger) mi donò a un raduno stagnini, a cui credo molto come ninfa da caccia. La fama di questa imitazione non si smentisce neanche questa volta, infatti al secondo lancio, ecco il mio s.i. che si ferma ed ecco una bella trota fario del Piave che mi fa divertire. Dopo aver effettuato il rilascio, cedo il posto a Diego e continuiamo a risalire. Diego incanna qualche trota e per correttezza, continuiamo a scambiarci  la posizione (chi prende passa dietro). Arriviamo in un hot spot con corrente sostenuta e alberi ai lati: Diego mi lascia strada (aveva appena catturato una trota sotto le piante a fine lama)  così mi piazzo a circa metà corrente (so già che non andrò in pesca, ma un lancio lo faccio ugualmente). Ovviamente non prendo nulla e cambio con un affondatore con corpo in fagiano e collarino ice dub arancio, montato su amo jig con corpo JAVI misura L: un vero ferro da stiro! Dopo qualche lancio, ecco lo s.i. che si arresta; ferro ed ecco... il fondo! (oh bovina da latte dai facili costumi! Sapevo di essere troppo pesante!)...Invece no; si muove; prende la corrente e scende verso valle a rotta di collo, tanto che devo chiedere a Diego di lasciarmi spazio (il compare mi accontenta, ma non si trattiene dal ribaltarmi di insulti).
E' proprio un bel temolo, che dopo un furioso combattimento finisce nel guadino per la foto di rito. Cedo la pole position al socio e riprendo l'azione più a valle, sempre in corrente però, e dopo pochi lanci, ecco ancora il sussulto dello s.i.: ferro, ed ecco ancora “il fondo che si muove” (la sensazione è la stessa, intanto anche Diego incanna e perde un bel pesce) questo però, a differenza del primo, salta... è un gran bel temolo,
più del precedente, e dopo un lungo combattimento riesco finalmente a portarlo a guadino per la solita foto e il rilascio. Io sarei già appagato così, ma la giornata è ancora lunga  e riprendiamo a pescare.
Raggiungiamo una bella lama profonda e sapendo dove cercare, non esito un attimo ad allungare  il tip e a montare il ferro da stiro. Lancio. Appena lo s.i. si tende, ecco la mangiata: ho in canna una discreta trota che non vuole sapere di fare visita al mio guadino, intanto, Diego attraversa e pescando dalla riva che ho di fronte, incanna qualche bella trota, ma Temoli, niente (noi eravamo lì per i Temoli!).

Dobbiamo lasciare la riva e risalire attraverso la boschina...Grande Zeus! Sembra di essere finiti in Amazzonia...le imprecazioni si sprecano, ma dopo molta fatica, riusciamo a uscire dal bosco, in un punto dove il Piave si divide in due rami secondari. Notiamo uno spot carino in un incrocio di correnti che formano un occhio di acqua calma a tiro di canna, al che Diego mi dice: “Non posso non farci un lancio”.  Monta una stone fly su amo 8 e gli dico: “Se prendi, la prendi per sesso!”. Lancia vicino a un ramo sommerso ma niente; la seconda passata è un po’ più vicino alla corrente e ZACC!!!! Vedo la sua ferrata, lui mi guarda e mi dice: “ Sembra un sasso, ma sento le testate!”. Ed io: “Ma non si muove?”. e lui: “No!! E adesso!?”. Il pesce improvvisamente inizia a muoversi, e visto il correntone molto vicino gli dico: “Non farlo andare in corrente, se no lo perdi” (perché non poteva nè seguirlo in corrente, nè spostarsi sulla riva perché la vegetazione non lo consentiva). Il pesce compie uno spettacolare salto fuori dall'acqua... un attimo di silenzio (è un gran bel TEMOLONE!). Diego scivola e cade seduto per terra, ma non molla la presa della canna  . Mi scappa l’occhio e mi accorgo che la canna è piegata con un angolo troppo acuto e gli dico: “Occhio alla canna! Rischi di romperla!”. E lui: “Non me ne frega un C…O! Almeno perdo il pesce per qualcosa”. Decido allora di passare dietro, nel bosco, per cercare di guadinarlo.
Ecco che mi si presenta il momento giusto e... ma non sta nel guadino! Poi il temolo si piega ed eccolo in trappola. Mi giro ed ecco il sorriso beffardo di Diego, che con la voce quasi emozionata mi fa: “Questo è il più bello che ho mai preso!”. Slamatura e foto. Dopo aver inutilmente tentato la fortuna lanciando al di là del correntone, riprendiamo la battaglia con la boschina fino a quando sbuchiamo su una lama. Facciamo qualche lancio, ma inganniamo solo piccole trotelle per noi ormai insignificanti (comunque erano trote dai 30 ai 35 cm. ). Proseguiamo fino a quando vediamo in lontananza un ponticello e delle case: ecco la fine della riserva. Visto che sono le 18 circa e siamo sia APPAGATI che STANCHI, decidiamo di tornare alla macchina; ci cambiamo, e voliamo a farci un aperitivo nel bar dove abbiamo preso i permessi la mattina. Tra una birra e l’altra, vediamo arrivare Angelo che ci chiede subito com’è andata. Gli facciamo un breve resoconto e ci domanda come mai siamo già al bar, che il momento buono del coup du soir era  da lì a breve e che lui sarebbe andato a fare un paio d’ore di pesca. Noi, ormai in abiti civili, e con l'equilibrio reso precario dalle troppe birre ingurgitate, lo lasciamo andare a pescare. Dopo l’aperitivo, un salto a Villa Marinotti per una doccia, dove troviamo Nadia che stupita pure lei per l’ora del rientro, ci mostra il locale dove si fanno asciugare i waders. La salutiamo e voliamo a rinfrescarci. Tutti belli puliti e profumati (come ballerine turche...scherzo) andiamo a mangiare in un ristorante pizzeria del centro, quindi, vista la stanchezza, di corsa a letto.

La sveglia suona sempre alle 7:05; ci vestiamo e schizziamo in salone per la colazione. Dopo qualche minuto, arriva Angelo e ci racconta che il giorno precedente nel tratto C&R del Piave, ha perso una bella trota. E' convinto che sia la stessa che aveva catturato nello stesso posto la stagione scorsa. Per la giornata di oggi ci consiglia,  per la mattina, l' Ansiei basso sotto la diga nel tratto C&R (ci sono anche i temoli!) e nel pomeriggio, sulla via del rientro, di andare a Longarone (tratto C&R o zona libera).
Dopo aver regolato il conto salutiamo Angelo e Nadia; carichiamo l'auto e ci precipitiamo ad acquistare i permessi per l'Ansiei. Eccoci di nuovo pronti alla battaglia. Il letto del torrente è stretto e molto infrascato, di conseguenza optiamo per la canna più corta a nostra disposizione: io la 8.6’ per la 5# e Diego la 9' per la 4# (entrambe troppo lunghe). Il livello è leggermente alto e l’acqua è un po’ velata, ma lo spettacolo è molto suggestivo: vediamo diverse bollate e iniziamo  a pescare. Io monto una parachute e Diego un bruco. Le catture non sono tardate: tutte trote fario molto belle tra i 25 ed i 35 cm., molto combattive. Contiamo dalle 5 alle 15 bollate su ogni lama: incredibile! Raggiungiamo il sentiero che ci riporta sulla strada alle 13: il tempo a nostra disposizione è scaduto e dobbiamo smettere di pescare (i  permessi del costo di 15€, valgono solo mezza giornata). Torniamo alla macchina e ci cambiamo pensando  già a che cosa ci attenderà a Longarone. Che dire dell’Ansiei? Un gran bel torrente con una buona popolazione di trote (sembrano sparate col cannone). E' parecchio infrascato e di conseguenza non molto semplice da approcciare...da provare comunque, almeno una volta.
A Longarone parcheggiamo in piazza e cerchiamo la gelateria dove si fanno i permessi (ne approfittiamo anche per dare una sbirciatina al Piave, che sembra essere a posto). La fame inizia a farsi sentire, così intanto che la proprietaria della gelateria ci compila i permessi del C&R prendiamo anche un panino...Longarone è famoso per il gelato: come non assaggiare questa leccornia? Non so proprio, infatti abbiamo fatto un ricco assaggio! Raggiungiamo un parcheggio vicino al fiume e ci cambiamo. Decidiamo di scendere leggermente, per poi finire e fare il coup de soir vicino alla macchina. Per me una 8.6’ per la 5#, mentre Diego preferisce la 9’ per la 5#. Guadiamo e incominciamo a pescare. il Piave qui si presenta come un tipico fiume di fondo valle con un greto decisamente ampio; il fondo ciottoloso, e pochi massi sparsi che rompono la corrente. Individuiamo uno spot interessante con acqua profonda ed il filo della corrente che lambisce le rocce della riva opposta alla nostra: io inizio a ninfa con uno stryche galleggiante ed una ninfa naturale sul 14, invece Diego prova in caccia a secca ( con la ormai mitica Boretti Special). Ad un tratto vedo Diego che lancia insistentemente contro la parete rocciosa che ha di fronte e allora gli chiedo: “Ma hai visto delle bollate?”. E lui: “Si!!! nella corrente contro la parete!!”. Tolgo la ninfa e monto un' imitazione di leuctra fusca sul 14 (ne ho viste girare alcune); mi posiziono a valle di Diego ed ecco due bollate proprio davanti a me, sul filo della corrente. Lancio a ripetizione e dopo molteplici imprecazioni ed una buona botta di c...fortuna, riesco a presentare la mosca alla perfezione e ZACC!!!! bollata e ferrata. Subito mi sembra una discreto pesce, ma con un finale dello 0.14 non forzo troppo...ecco la trota finalmente: una buona pezzatura, sui 40 cm. direi, che slamo e rilascio. Mi rilasso un attino e osservo Diego che dopo molteplici lanci e cambi di artificiali riesce ad incannare un pesce (quello che gli bollava davanti prima) che lo impegna seriamente: intravedo una sagoma nera sul fondo e gli dico: “Secondo me è un bel pesce!”.
E così è. Diego non ha un guadino adeguato, quindi provvedo io: è una splendida trota marmorata di oltre i 45 cm. con una livrea mozzafiato. Ci guardiamo in faccia e diciamo: “Ottimo come inizio!”. Continuiamo a risalire mentre il cielo si annuvola e sentiamo qualche tuono che non promette niente di buono. Arriviamo su un'altra lama profonda e cerchiamo di battere le zone vicino alle pareti rocciose sul filo di corrente, ma per diverso tempo niente da fare. Poi, finalmente, una mangiata sulla mosca di Diego, che però sbaglia la ferrata. Riprova più volte, ma la trota non ne vuole più sapere. Decide di spostarsi più a valle. Lancia ancora in corrente ed ecco la mangiata: questa volta c'è. Il combattimento è tranquillo (il socio mi ha detto che sta pescando “fine” con un tip dello 0.18 a prova d'ignorante!) e senza problemi porta a guadino (il mio) un'altra trota bellissima. Intanto, il tempo si fa sempre più brutto: aria ferma e umida, con tuoni e lampi; noi però andiamo avanti imperterriti fino all'ennesima splendida lama. Qui le bollate sono del tutto assenti, in compenso inizia a piovere seriamente tra tuoni e lampi e decidiamo di sospendere le ostilità. Alla macchina ci cambiamo, e visto che sono ormai le 19, andiamo a mangiare una pizza al volo prima del rientro a casa.
Che dire di questi due giorni? Tornerò  sicuramente da Angelo Piller nella sua Villa Marinotti, perché assieme alla moglie Nadia garantisce un ottimo servizio con gentilezza e simpatia, e poi perché, devo ammetterlo, mi sono innamorato del Piave.

Articolo di Valerio Braghieri.

Contatti Villa Marinotti:
Angelo Piller: 0039 0435 32231
Villa Marinotti su Facebook
http://www.flyfishdolomiti.com

domenica 21 settembre 2014

II° WEST VALLEY FLY FISHING

Il Comune e la Pro Loco di Chialamberto, in collaborazione con IFTA e IBRA, organizzano nei giorni 8-9 novembre 2014 a Chialamberto – Valli di Lanzo (TO) il 2° West Valley Fly Fishing, Salone Nazionale della Pesca a Mosca, al cui interno si terranno il 2° Trofeo di costruzione Bugia Nen e la gara di lancio 1° Memorial Albano Barbiani (Ghost).




Questo il programma:

Sabato 8 novembre 2014

ore 9.00, palazzetto dello Sport Cossiglia: inaugurazione del Salone nazionale pesca a mosca, apertura della mostra mercato Attrezzatura & Abbigliamento
ore 10.00, fronte palazzetto dello Sport Cossiglia: apertura vasca di lancio con dimostrazioni e pratica, a cura delle migliori scuole nazionali
ore 14.00, stand Associazione Tutela Stura di Lanzo: iscrizioni e partenza visita guidata incubatoio di Ceres
ore 15.00, stand I.F.T.A.: esibizione di costruzione mosche artificiali con costruttori di fama nazionale e internazionale
ore 15.00, stand I.B.R.A.: dimostrazione costruzione canne di bambù
ore 19.00: chiusura del salone
ore 21.00: cena di gala

Domenica 9 novembre 2014

ore 8.00, albergo ‘La Posta’ a Chialamberto: ritrovo dei costruttori iscritti alla gara
ore 9.00, albergo ‘La Posta’ a Chialamberto: inizio della gara di costruzione di mosche artificiali
ore 9,00, palazzetto dello Sport Cossiglia: apertura del salone, mostra mercato
ore 9.30, fronte palazzetto dello Sport Cossiglia: apertura vasca di lancio con dimostrazioni e pratica, open lab fly tiers con i costruttori dell’ I.F.T.A., dimostrazione di costruzione canne di bambù a cura dell’I.B.R.A.
ore 13,45, ritrovo e inizio della gara di lancio - 1° Memorial Albano Barbiani (Ghost)
ore 14.00, fronte palazzetto dello Sport Cossiglia: dimostrazioni e pratica di lancio in vasca
ore 16.00, palazzetto dello Sport Cossiglia: premiazione delle gare di costruzione e di lancio
ore 19.00: chiusura del salone

Per informazioni e prenotazioni: proloco.chialamberto@gmail.com, 328/2130784 Andrea Giors (presidente Pro Loco), www.facebook.com/prolocochialamberto



Regolamento del 2° Trofeo Bugia Nen

1) La gara è riservata a tutti i costruttori dilettanti.
2) Per l’iscrizione contattare: Sandro Mandrini, cell. 339/6533657, e-mail sandro.mandrini@coopcomin.it. Verranno fornite tutte le indicazioni del caso (disponibilità posti ecc.) ricordando che la cifra di partecipazione è di € 25,00 quale rimborso spese organizzative.
3) I concorrenti dovranno presentarsi al banco ricezione presso l’albergo ‘La Posta’ di Chialamberto dalle ore 08.00 alle ore 08.30 per espletare le formalità di rito.
4) I concorrenti entreranno nella sala predisposta dieci minuti prima dell’inizio della gara per prendere posto e preparare gli attrezzi. Il via sarà comunicato da un incaricato una volta espletate le operazioni di registrazione.
5) I concorrenti utilizzeranno morsetto, attrezzature e ami propri. I materiali saranno forniti dall’organizzazione in una busta uguale per ciascun concorrente il cui ‘contenuto’ potrà essere utilizzato a piacimento. Il concorrente potrà altresì avvalersi soltanto di collanti e pennarelli propri, tenendo conto che detti materiali non potranno essere utilizzati per formare vere e proprie parti dell’artificiale, ma solo per rifiniture e cementature. Si consiglia di avvalersi di lampada da tavolo, munendosi anche di prolunga di 15 m con spine doppie del tipo convenzionale (no-magic).
6) I concorrenti dovranno presentare, nel tempo richiesto di 2 ore, le seguenti tre imitazioni:


1. Bibio marci insetto adulto
2. Mystacides azurea, insetto adulto
3. Serratella ignita, subimago maschio


I primi 5 minuti dovranno essere utilizzati esclusivamente per visionare il contenuto della busta (durante questo tempo non è consentito iniziare la costruzione
7) I concorrenti alla fine della costruzione alloggeranno separatamente i loro artificiali in appositi contenitori, dopodiché sceglieranno una busta chiusa nella quale si trova un numero. Un’altra busta con l’identico numero sarà allegata agli artificiali. La busta che accompagna gli artificiali sarà aperta da un commissario di sala che apporrà il numero contenuto nella busta su un cartoncino che seguirà gli artificiali. La busta in mano al concorrente verrà aperta dallo stesso nel salone al momento della premiazione dietro invito del commissario di sala.
8) Durante lo svolgimento della prova l’accesso al salone non sarà consentito a persone diverse dai concorrenti e dai commissari di sala. I rappresentanti della stampa, per riprese fotografiche e video, potranno accedere alla sala previa autorizzazione dell’organizzazione; questo per non recare alcun tipo di disturbo ai concorrenti impegnati ai tavoli.
9) Per qualsiasi tipo di necessità i concorrenti si rivolgeranno ai commissari di sala.
10) Gli artificiali costruiti durante la manifestazione rimarranno patrimonio dell’I.F.T.A.
11) Ogni giurato assegnerà il proprio voto esprimendosi da 1-20 sulla verosimiglianza rispetto al reale, da 1-30 sull’efficacia in pesca, da 1-20 su manualità del costruttore e difficoltà di esecuzione.
12) Il Trofeo ‘Bugia Nen’ sarà assegnato a chi avrà ottenuto il massimo punteggio nei tre artificiali; in caso di parità, la giuria passerà a nuova valutazione, che darà comunque una classifica priva di ex aequo.
13) La giuria eleggerà, nel suo seno, con breve operazione di sorteggio o comunque come riterrà più opportuno, un Presidente che avrà il compito di leggere i responsi e di consegnare i premi insieme all’organizzazione.
14) Per la giuria sarà allestita una stanza corredata di tutti i materiali occorrenti.
15) Durante il pranzo, o comunque nel tempo che separa i risultati ottenuti dalla premiazione effettiva, i giudici si dovranno astenere dal rivelare a chiunque i numeri classificati.
16) La giuria avrà a disposizione ore 2 per formulare le classifiche. Gli assistenti di giuria saranno presenti alle operazioni svolte dalla giuria per assolvere tutti i bisogni del caso. Resta inteso che i suddetti non hanno diritto a esprimere pareri sul voto, compito quest’ultimo, esclusivo della giuria.
17) Il responso della giuria è insindacabile e inappellabile.
18) Gli organizzatori declinano ogni responsabilità per eventuali infortuni e danni che potessero verificarsi a persone o cose, prima, durante e dopo lo svolgimento della manifestazione. Si ritiene inoltre sollevato da ogni impegno nei confronti dei partecipanti in caso di mancata consegna da parte degli sponsor dei premi.

L’adesione comporta l’accettazione in toto del presente regolamento.



Regolamento della gara di lancio 1° Memorial Albano Barbiani (Ghost)

La gara di lancio verrà effettuata con due canne fornite da uno sponsor dell’organizzazione: una 7’6’’ con coda 3DT e una 9’ con una coda 6WF. Finale fornito di fiocchetto prodotto dall’organizzazione. La prova di distanza verrà eseguita da pedana con un punteggio di 100 ogni metro, tre minuti a disposizione per i lanci. Come punteggio varrà la distanza maggiore raggiunta. La prova di precisione verrà effettuata, salvo buon fine per i permessi d’atteggiamento in pesca, direttamente sul torrente con otto obiettivi fissati in acqua da affrontare in dieci minuti. Sarà possibile effettuare tre pose per ogni bersaglio e il punteggio sarà di 400 punti al primo tentativo, 200 punti al secondo tentativo, 100 punti al terzo tentativo. In caso di riuscita o dopo i tre tentativi si passa comunque al bersaglio successivo. Il numero di partecipanti è di un massimo di 15 concorrenti. Per l’iscrizione contattare Franco Vaccarino ai numeri telefonici 334/6603786, 331/8058391 fino al 20 ottobre 2014.

mercoledì 3 settembre 2014

Mosca Club Piacenza Adventures - A CAVAL DONATO NON SI GUARDA IN BOCCA...

Un super selfie di partenza! Da Sinistra:
Stopponi Francesco, Valerio Braghieri e
Crescentini Enrico.
...una giornata sul Cavaliere...
Eccomi ancora qua con un nuovo report: questa volta vi parlo del Cavaliere .
E' finalmente estate e come di consueto, vado a trovare il mio amico Francesco Stopponi (Stops) che vive a Fabriano nelle Marche. Anche quest'anno avrò l'opportunità di pescare in un torrente per me nuovo e misterioso: Francesco mi propone un'uscita sul Cavaliere a Macchia d'Isernia, dove è stata istituita una zona no kill.
Partiamo di buon'ora da Fabriano, alla volta di Ancona, dove ci troviamo con l’amico Enrico Crescentini (Cresch); cambio rapido di mezzo e via a rotta di collo verso Macchia d’Isernia che dista a 3 ore e mezza di viaggio. Arriviamo in paese verso le 9:30 . Acquistiamo i permessi in un bar del centro (il giornaliero no kill costa 10 euro) e poi, ovviamente, cerchiamo un negozio di alimentari per i panini e le bevande. Fatto tutto, ci avviciniamo al torrente per un breve sopralluogo: ci rendiamo conto che gli accessi al corso d'acqua sono piuttosto ingombri di vegetazione, ma rompiamo gli indugi; espletiamo il rito della vestizione e raggiungiamo la sponda del torrente.
Fiume Cavaliere
Mi trovo in un ambiente stretto ed infrascato, quindi monto la mia 9,6' per la 3#; Francesco invece sceglie una 9' per la 5# ed Enrico una 10' per la 3/4#. Il Cavaliere,  come diversi fiumi del centro sud Italia, presenta un letto stretto e ciottoloso con buche della profondità massima di 2 m e lame basse, di profondità compresa tra i 20 e i 50 cm. Il torrente è molto infrascato, tanto che le fronde degli alberi formano ripetutamente delle gallerie vere e proprie, fresche ed ombreggiate, dove le trote amano stazionare nei periodi più caldi dell’anno.
Iniziamo a pescare a breve distanza l'uno dall'altro. Sono al cospetto di una discreta buca di circa 1 m di profondità e con corrente media veloce: opto per un tip di 1.5 m del 0.18 mm e due ninfe, quella di punta una red tag con bead da 3,5 mm e quella di bracciolo una pettirosso con bead da 3 mm. Le catture non si sono fatte attendere: il primo è stato Cresch, sopra di me, in una piccola buca. Dopo le solite domande:”Enri, come? Morto o impiccato?” e dopo la sua risposta:”………………..” cambio pesi e monto una pettirosso di punta e una leprotto di bracciolo; entrambe con bead da 3mm. Dopo un paio di passate ecco la mia prima trota. La sensazione in canna è incredibile: subito dopo la ferrata ho l'impressione di essermi impigliato sul fondo, ma dopo un secondo ecco le testate rabbiose. Le trote del Cavaliere dagli splendidi colori sembrano indemoniate ed una trotella sui 25/30 cm si difende con la cattiveria di una da 40/45 cm.
La cattura di Enrico una splendida trota
Continuiamo a risalire e la conformazione del torrente cambia: incontriamo una serie di lame piuttosto lunghe che si allargano in testa a formare buche più profonde dove le trote non si sono fatte desiderare ( noi però, eravamo in cerca del pezzo grosso). Eccoci finalmente in una  lama profonda ed ombreggiata. Incomincio a pescare e lancio dopo lancio, arrivo in un' ottima pool: sulla riva opposta, i rami di un albero lambiti dalla corrente offrono un riparo sicuro per una bella trota. al terzo lancio mi impiglio nella radici sommerse della pianta  e strappo tutto (un secondo di raccoglimento a ricordare il mestiere della mamma di Gesù) e mi appresto a riparare i danni. Enrico, dietro di me, avendomi visto in officina,  prova un lancio un po’ più
lungo...pochi attimi di silenzio e lo sento esclamare:“E' bella questa!”. Mi giro e vedo lui e la sua 10' per la 3/4# piegata fino al manico; Francesco accorre in suo aiuto ed Enrico giostra con esperienza la preda fino al guadino dell'amico. Foto; misurazione ( 44 cm. ma l'avevamo stimata almeno 50 cm!) ed Enrico la libera.
Dopo questa bella cattura non riusciamo a prendere più nulla e decidiamo di spostarci nei pressi del confine superiore della zona no kill. Facciamo di nuovo fatica a trovare un accesso per raggiungere il torrente a causa della vegetazione intricata.
Francesco incannato in un ottima pool
Entriamo quasi a fine riserva, con l'intenzione di proseguire nel libero (pare che le trote più grosse siano concentrate in questa zona). Qui il torrente ha un aspetto più invitante e promettente: le buche sono più numerose che a valle e la corrente è un po più sostenuta. Sto pescando assieme ad Enrico, quando sento Francesco, poco sotto di noi che ci chiama  e mentre mi giro verso valle vedo una bella trota saltare fuori dall’acqua. Ci affrettiamo per raggiungerlo ma, purtroppo, il pesce si fa beffe di lui strappando il tip dello 0,16 mm. Che dire? Un vero peccato! (per non dire di peggio).
Non ci facciamo prendere dallo sconforto e continuiamo a salire in cerca del “pezzone”. Raggiungiamo il tratto libero quando ormai si avvicina l'ora del rientro (ci aspettano quattro ore e mezza di auto!). Ci concediamo comunque qualche lancio, ottenendo risultati decisamente inferiori alle aspettative: catturiamo qualche trotella, ma del “mostro” che sognavo con Francesco nemmeno l'ombra!
Che dire del Cavaliere? Un itinerario non banale e tecnico quanto basta. A me è piaciuto e ci tornerò sicuramente.


Valerio Braghieri (Mosca Club Piacenza)


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